Le vittime di bullismo hanno più probabilità di finire in prigione
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L’articolo statunitense qui presentato è tradotto e proposto in Italia da un sito web di aggiornamento specialistico per psicologi.
Esso propone risultati di rilievo rispetto allo studio delle conseguenze psicologiche in soggetti vittime di bullismo e prevaricazioni in età evolutiva.
Il linguaggio utilizzato è tipicamente “americano”, ovvero semplice e diretto, e permette quindi di concentrarsi in modo completo sui contenuti proposti.
“Le vittime di bullismo hanno più probabilità di finire in prigione”.
Ci si aspetterebbe che i bambini con comportamenti tipici del “bullismo”, crescendo, finiscano nei guai con la legge.
Ma in realtà sono i bambini costantemente vittime di bullismo quelli con le maggiori probabilità di entrare in conflitto con la legge e di essere arrestati e imprigionati da adulti.
Quasi il 14% delle persone che ha dichiarato di essere stato vittima di bullismo ripetutamente durante l'infanzia e l'adolescenza è stato infatti in prigione, rispetto al 6% che non è mai stato vittima di bullismo.
Le donne che sono state continuativamente vittime di bullismo prima dei 18 anni hanno mostrato una maggiore propensione ad usare alcool o droghe rispetto agli uomini, oltre ad una maggiore probabilità di essere arrestate e incarcerate.
Secondo dati basati sull’osservazione di 7.335 persone tra i 12 ei 16 anni, facenti parte del National Longitudinal Survey of Youth, e seguite per 14 anni, emerge che il 15% del campione di ricerca ha riferito di essere stato vittima di bullismo più volte durante l'infanzia. Il 6% ha dichiarato di essere stato vittima di bullismo dopo i 12 anni. E il 5% è stato vittima sia durante l'infanzia che durante l'adolescenza.
Queste vittime croniche sono le più inclini ad avere problemi di abuso di sostanze e problemi con la giustizia penale in età adulta.
Diverse altre ricerche hanno confermato che le persone vittime di bullismo da bambini hanno maggiori probabilità di avere problemi psichiatrici in età adulta.
Secondo Michael Turner, professore associato presso il Dipartimento di Giustizia Penale e Criminologia dell'Università del North Carolina, genitori e pediatri dovrebbero cercare i segnali che mostrano che un bambino è vittima di bullismo e fare in modo che i bambini ricevano un aiuto tempestivo nella gestione di tale problematica, piuttosto che cercare di spiegar loro che le cose andranno meglio con il trascorrere del tempo.
LA MIA OPINIONE.
L’articolo fa riferimento ad un contesto culturale e legislativo, quello statunitense, che a differenza del nostro prevede un ricorso molto più massiccio alla carcerazione, anche per i minorenni e per fatti minori. Il riferimento pertanto al rischio aumentato di venire “imprigionati” appare applicabile al nostro contesto solo in modo parziale e naturalmente riguarda una minoranza dei casi, quelli più severi.
Il risultato invece che indica come non sarebbero tanto i “bulli” quanto le loro vittime i soggetti maggiormente a rischio di sviluppare problemi con la giustizia, appare di grande interesse per genitori, insegnanti (e politici), oltre che per gli psicologi che lavorano nella prevenzione e nella cura.
Ciò in quanto viene segnalato in modo chiaro che essere vittima di bullismo e di traumi “sociali” in genere tende a produrre effetti negativi e durevoli anche molto seri.
Il fatto che le vittime risultino i soggetti più a rischio di avere problemi con la giustizia (oltre che problemi psicologici), sembra confermare la tesi che alcune persone vittime di traumi sviluppano una forte (e spesso indifferenziata) reattività agli stimoli, che sono vissuti come pericolosi e da fronteggiare anche quando oggettivamente non lo sono.
Viene quindi a delinearsi anche per le vittime di bullismo una sorta di Disturbo Post Traumatico da Stress che esita nella fatica di adattarsi in modo armonico alla vita comunitaria e di relazione.
Rispetto ai trattamenti, va segnalato come siano numerosi e anche ormai abbastanza standardizzati quelli diretti al “bullo”, con lavori di gruppo che coinvolgono tutti i membri di un gruppo, per esempio una classe, mentre il trattamento delle vittime è spesso molto meno strutturato e lasciato ad un ambito “privatistico”, nella “stanza” dello psicologo, con scarsi atti sociali riparativi, cosa invece molto importante per sconfiggere vergogna, colpa ed isolamento.
Ben venga quindi questo contributo che riporta l’attenzione sui danni alle vittime del comportamento prevaricatorio, ed induce ad approntare adeguati protocolli di intervento.
Di Marco Schneider Psicologo Psicoterapeuta esperto di età evolutiva e penale minorile
Fonte: "Le vittime di bullismo hanno più probabilità di finire in prigione", tratto in data 07-10-2013 da: Obiettivo Psicologia. Formazione, lavoro e aggiornamento per psicologi
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