Si può aiutare chi non vuole essere aiutato?
Introduzione.
Spesso gli psicologi si trovano a ricevere richieste di aiuto che non provengono direttamente dalla persona interessata, ma da altri, come genitori, parenti o partner.
Ciò per esempio accade quando è un bambino o un adolescente a mostrare il disagio, o quando un membro di una coppia richiede un intervento psicologico per il partner (o ex partner), magari sperando così di veder cessare comportamenti negativi per sé, per la coppia o per i figli.
Non sono infrequenti nemmeno le situazioni nelle quali è un familiare, per esempio un fratello o un genitore di una persona adulta, che contatta lo psicologo per chiedere un aiuto per il proprio caro.
La caratteristica che accomuna tutte queste situazioni è che di regola la persona interessata quasi mai sente una esigenza personale di
cura, oppure la sente, ma non per sé. Tipica è l’affermazione “non sono io che ho bisogno, ma tu. Curati tu!”.
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