Giornata Mondiale Infanzia e Adolescenza 20 novembre

13–20 minuti

L’infanzia è un periodo delicato e richiede la creazione di condizioni favorevoli che accompagnino il bambino nel suo sviluppo psicologico, fisico e sociale.

Nonostante vi sia un generale consenso intorno all’importanza dei diritti dei più giovani, ancora oggi molti bambini e adolescenti, anche nel nostro Paese, sono emarginati, discriminati, vivono in condizioni di grave trascuratezza e povertà e sono vittime di violenze o abusi.

La giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza si celebra ogni anno il 20 novembre e ricorda la firma della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Convention on the Rigths of the Child – CRC).

La Convenzione di NewYork.

La Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, conosciuta anche come la Convenzione di New York, è uno strumento giuridico approvato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 che definisce e disciplina alcuni diritti fondamentali dei minorenni (riguarda infatti persone fino ai 18anni di età).

Ad oggi vi aderiscono 194 Stati e l’Italia l’ha ratificata il 27 maggio 1991 con la legge n.

176. Si compone di 54 articoli che possono essere raggruppati in quattro categorie, in base a principi guida:

1 Dottore in Psicologia Clinica, tirocinante presso lo Studio del Dott. Schneider

2 Psicologo e Psicoteraputa Sistemico-Relazionale, membro di diverse società scientifiche nazionali ed internazionali, esperto riconosciuto OPL in Psicologia dell’Età Evolutiva e Psicologia delle Emergenze.

  1. Principio di non discriminazione: sancito all’art. 2. Impegna gli Stati ad assicurare i diritti sanciti a tutti i minori, senza distinzione di razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione del bambino e dei genitori;
  2. Superiore interesse del bambino: sancito dall’art. 3. Prevede che in ogni decisione, azione legislativa, provvedimento giuridico, iniziativa pubblica o privata di assistenza sociale, l’interesse superiore del bambino debba essere una considerazione preminente;
  3. Diritto alla vita, sopravvivenza e sviluppo: sancito dall’art. 6. Prevede il riconoscimento da parte degli Stati aderenti del diritto alla vita del bambino e l’impegno ad assicurarne, con tutte le misure possibili, la sopravvivenza e lo sviluppo;
  4. Ascolto delle opinioni del bambino: sancito dall’art. 12. Prevede il diritto dei bambini ad essere ascoltati in tutti i procedimenti che li riguardano, soprattutto in ambito legale. L’attuazione del principio comporta il dovere, per gli adulti, di ascoltare il bambino capace di discernimento, tenendone in adeguata considerazione le opinioni. Tuttavia, ciò non significa che i bambini possano dire ai propri genitori che cosa devono fare. La Convenzione pone in relazione l’ascolto delle opinioni del bambino al livello di maturità e alla capacità di comprensione raggiunta in base all’età. La Convenzione protegge diritti e doveri dei genitori nel crescere e nell’educare i propri figli (art. 5, 7, 9), tuttavia pone al primo posto il diritto del bambino ad esprimere la propria opinione senza pressione o influenza esterna (pena, in caso contrario, la possibilità di non prendere legalmente in considerazione l’opinione). I genitori hanno inoltre l’obbligo di porre attenzione anche al modo di porre le domande, perché anche questo potrebbe intimidire il bambino e influenzarlo nelle risposte. L’importanza data all’opinione del bambino è direttamente proporzionale alla scelta da prendere.
Un’iniziativa sociale rilevante a livello internazionale: il “Child Guarantee”.

Nel 2015 è stato elaborato dal Parlamento Europeo un importante progetto chiamato “Child Guarantee” sull’onda anche di un’intensa mobilitazione delle organizzazioni per la protezione dell’infanzia. L’obiettivo è assicurare ad ogni minorenne a rischio di povertà o di esclusione sociale l’accesso gratuito all’assistenza sanitaria e all’istruzione di qualità, ad

un alloggio dignitoso e ad un’alimentazione adeguata, in linea con i principi e le norme della Convenzione di New York sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Nel 2017 la Commissione Europea ha dato inizio alla seconda fase del programma avviando uno studio di fattibilità volto ad esaminare proposte e raccomandazioni per combattere la povertà e l’esclusione sociale tra i minori più svantaggiati (inclusi migranti e rifugiati) in cinque ambiti: istruzione, salute, alimentazione, alloggio e assistenza all’infanzia.

Nel luglio 2020 è iniziata la terza fase di Child Guarantee, con l’affidamento all’UNICEF (Ufficio Regionale per l’Europa e l’Asia Centrale – ECARO) del compito di implementare in Italia, Croazia, Bulgaria e Grecia dei progetti pilota per il contrasto delle diseguaglianze e della povertà minorile.

La fase pilota servirà per testare il programma in vista del 2021, quando questo modello di intervento si estenderà a tutti gli Stati membri dell’Unione Europea.

Il Child Guarantee in Italia.

Povertà ed esclusione sono purtroppo presenti anche nel nostro paese: su circa 10 milioni di bambini e adolescenti sotto i 18 anni (fonte ISTAT) oltre 1,1 milioni (pari a circa l’11,4% del totale) vive in condizioni di povertà assoluta, con allarmanti disparità a livello regionale.

Oltre a ciò il 25,7% dei giovani tra i 18 e i 24 anni è fuori da qualsiasi percorso di studio, lavoro o formazione professionale (una condizione nota come “NEET”, acronimo che sta per “Not in Education, Employment or Training”).

In Italia la situazione non è positiva nemmeno rispetto alle prospettive di crescita di molti dei nostri giovani: bambini ed adolescenti italiani infatti sono esposti ad un rischio di rimanere vittime di povertà ed esclusione sociale pari al 30,6%, ben oltre quindi la media UE del 23,4%.

La fase pilota del programma “Child Guarantee” in Italia durerà 24 mesi a partire da agosto 2020 ed avrà un respiro nazionale. La sperimentazione di modelli operativi innovativi avverrà in Sicilia, Calabria, Lazio, Lombardia e Veneto, mentre altre regioni verranno coinvolte eventualmente in un secondo momento.

Giovani sempre più tecnologici: Bullismo e cyberbullismo, pedofilia e pedopornografia.

La condizione dei minorenni oggi si presenta a rischio su diversi fronti.

I ragazzi oggi sono detti “nativi digitali” e la tecnologia accompagna ogni momento della loro (e della nostra) vita. Bisogna però fare sempre molta attenzione a quello che i più giovani fanno online, per evitare episodi di adescamento da parte di pedofili o di cyber bullismo.

Studi testimoniano che i nostri ragazzi percepiscono chiaramente alcuni rischi rispetto al mondo virtuale, primo fra tutti quello di incontrare qualcuno che non è chi dice di essere. Oltre a ciò in media è alta l’attenzione dei giovani rispetto al rischio di venire contattati da estranei che chiedono indirizzi o numeri di telefono, da adulti che possono fare richieste sessuali anche in cambio, ad esempio, di ricariche telefoniche.

Questi dati incoraggianti non possono però preludere ad un abbassamento dell’attenzione da parte degli adulti: i pericoli sono ancora troppi e sempre diversi, in rapida e preoccupante evoluzione.

Rispetto al bullismo va detto che nonostante l’attenzione nei confronti di questo fenomeno sia molto alta, il numero di minorenni che ne sono vittime è in aumento. Anche l’età delle vittime si sta abbassando, complici diversi fattori. Per questo motivo bisogna sempre fare attenzione al comportamento di bambini e adolescenti, soprattutto quando mostrano atteggiamenti diversi dal solito. Gli adulti devono sempre essere pronti a notare segnali che possono ricondurre ad episodi di bullismo.

Un altro tema drammatico e di grande importanza riguarda gli abusi all’infanzia.

Si stima che in Europa siano 18 milioni i bambini vittime di abusi sessuali: tra il 10% e il 20% dei minorenni europei subisce infatti abusi sessuali durante l’infanzia. Un numero impressionante e inaccettabile da ogni punto di vista.

Oltre a ciò il 20% delle femmine e il 5-10% dei maschi europei sarebbe vittima di sfruttamento sessuale. Negli ultimi anni i casi di abuso sessuale e pedofilia gestiti da Telefono Azzurro sono aumentati del 3,4%: una vittima su due per abusi sessuali è una bambina con meno di 11 anni.

Ogni giorno sono centinaia i bambini scomparsi in tutto il mondo. La maggior parte viene ritrovata nelle prime 24 ore ma molti altri non vengono più ritrovati: si tratta nella maggioranza di bambini che vengono sottratti da uno dei due genitori ma purtroppo anche di bambini rapiti, bambini che si perdono, minorenni italiani o stranieri che si allontanano volontariamente da casa o da un istituto.

La situazione dei minorenni in Italia.

Nel febbraio 2020 il Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ha reso pubbliche nel 10° Rapporto CRC (Convention on the Rights of the Child) le proprie osservazioni conclusive rispetto all’attuazione della CRC in Italia.

Alla redazione di tale Rapporto hanno contribuito gli operatori di 100 associazioni italiane del settore ed esso verrà presentato in una serie di eventi sul territorio italiano a partire dal dicembre 2020.

Il Comitato ONU ha raccomandato all’Italia “l’adozione di misure urgenti per affrontare le disparità esistenti tra le Regioni relativamente all’accesso ai servizi sanitari, allo standard di vita essenziale, ad un alloggio adeguato e all’accesso all’istruzione di tutti i minorenni in tutto il Paese”.

Dunque c’è ancora molto lavoro da fare.

Le disparità su base regionale possono essere a pieno titolo considerate una forma di discriminazione che incide sulle condizioni di vita delle persone di età minore, in quanto maggiormente vulnerabili.

Molte sono le questioni irrisolte da affrontare con urgenza nel nostro paese, a cominciare dal contrasto alla povertà minorile. Come abbiamo già visto secondo l’ISTAT nel 2018 i minorenni in condizioni di povertà assoluta erano oltre un milione, con un aumento superiore alle 50mila unità rispetto all’anno precedente. A loro corrispondono oltre 725mila famiglie in povertà assoluta. Le famiglie con minori sono più spesso povere e, se povere, lo sono più delle altre.

Molto lavoro c’è però anche da fare rispetto alla protezione dagli abusi e dalla violenza a danno delle persone di età minore, con particolare attenzione alla prevenzione degli stessi. Il Comitato ONU infatti si rammarica che non sia stato istituito un sistema nazionale di raccolta, analisi e diffusione dei dati, e con esso un programma di ricerca sulla violenza e i maltrattamenti nei confronti delle persone con minore età.

Cosa è cambiato con il Covid-19 secondo l’ultimo Rapporto.

Quest’anno la Giornata Internazionale per l’Infanzia e l’adolescenza cade in un periodo di emergenza sanitaria che sta mettendo a dura prova l’intero pianeta.

Tra le tante problematiche che ha portato, il Covid-19 rischia di aumentare i tassi di povertà e le disuguaglianze specie tra i minorenni, incidendo inevitabilmente sulle fasce più deboli della popolazione.

Tra gli adolescenti la pandemia ha ridotto al minimo la socialità, perché possibile fonte di contagio: tutti viviamo con disagio questa limitazione ma in misura maggiore le giovani generazioni. Le relazioni tra coetanei e con il mondo adulto sono la via privilegiata per raffinare le proprie competenze e costruire la propria identità: privarsene equivale ad un danno psicologico.

Negli ultimi anni c’è stato un crescente impegno per contrastare il ciclo intergenerazionale della povertà a partire dai bambini. La crisi economica e sociale dovuta alla pandemia di COVID-19 ha però ostacolato i risultati diretti di tale impegno determinando un incremento di tassi di povertà, divenuti ormai troppo elevati rispetto ai target della Strategia Europa 2020, che prevedeva entro quest’anno l’uscita dalla sfera della povertà di 20 milioni di cittadini europei rispetto a quanto rilevato nel 2015.

L’11° rapporto di aggiornamento CNC 2020 (Gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza) ha segnalato come la pandemia da COVID-19 stia avendo un impatto enorme sui diritti dei bambini di tutto il mondo. Senza confini, il virus sta minando il futuro delle nuove generazioni e dei più giovani mettendo in difficoltà in primo luogo quelle famiglie che già lottavano per sopravvivere. Inoltre l’accesso all’istruzione di qualità per tutti viene sempre più messo in secondo piano, andando a negare uno dei diritti fondamentali dei bambini.

In Italia l’impatto che la pandemia ha avuto sui quasi 10 milioni di bambini e adolescenti che vivono nel nostro Paese è stato eclatante: per le associazioni che lavorano sul campo è stato subito chiaro che l’emergenza avrebbe colpito anche loro, soprattutto quelli che vivono in contesti e situazioni di maggiore fragilità e in condizioni di svantaggio economico, educativo e socio-relazionale. Stiamo parlando di bambini e adolescenti che per mesi non hanno più avuto il supporto della scuola, dei servizi della prima infanzia, delle reti educative, degli operatori socio-sanitari, della comunità educante. Con la seconda ondata epidemica si è nuovamente discusso di possibili misure restrittive per limitare i contagi, inclusa una possibile nuova chiusura delle scuole per alcuni ordini e/o gradi.

Qualcosa però è cambiato in questi mesi: all’inizio della pandemia è stato evidente come le persone di età minore fossero invisibili alle istituzioni, perché di loro si era parlato come “figli”, “alunni” o come possibili fonti di contagio e non invece come titolari di diritti. Dunque per loro nella prima fase dell’epidemia non sono state pianificate azioni strategiche di tutela e promozione. Oggi invece Governo e Parlamento sono impegnati nella definizione delle priorità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per poter accedere ai finanziamenti del Fondo “Next Generation” dell’Unione Europea. Al centro del dibattito c’è la scuola, la necessità di colmare il divario territoriale e le grandi disuguaglianze che caratterizzano oggi la condizione dell’infanzia e dell’adolescenza nel nostro Paese. Le misure di sostegno alle famiglie messe in atto durante l’epidemia (dal voucher babysitter al congedo parentale straordinario) sono state principalmente di tipo emergenziale e/o individuale ed è evidente che da sole non siano sufficienti ad affrontare la situazione venutasi a creare, rischiando di aumentare le disuguaglianze già esistenti da territorio a territorio anche per quanto riguarda i servizi messi a disposizione delle persone di età minore e delle loro famiglie.

Va però detto che la povertà di cui soffrono bambini ed adolescenti non è solo economica ma anche educativa. L’una collegata con l’altra, investono la dimensione sociale, scolastica e di comunità al cui interno si muovono e vivono bambini e bambine, ragazzi e ragazze e le loro famiglie. La raccolta delle esperienze sul territorio condotta dalle Associazioni del Gruppo CRC ha messo in luce una grande varietà di iniziative che rivelano un’importante capacità di reazione da parte dei territori ed una positiva flessibilità delle modalità di lavoro. Ciò ha permesso di attivare innovativi servizi di cura per bambini e adolescenti, superando in vario modo il vincolo della distanza fisica per continuare a mantenere relazioni e legami, dialogare, supportare, ma anche per informare e attivare proposte.

Durante il lockdown della primavera 2020 tutti i bambini e ragazzi ambosesso hanno dovuto rinunciare alla socialità, allo sport, al gioco all’aria aperta; sono stati costretti a rimodulare il modo di relazionarsi con i propri pari e con la scuola e hanno dovuto affrontare situazioni familiari complesse; si sono adattati alla didattica online ma non tutti con le stesse opportunità.

Tutto ciò nonostante le disuguaglianze fossero già note: durante il Comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 2019 era infatti già stata espressa preoccupazione per le “disparità esistenti tra Regioni relativamente all’accesso ai servizi sanitari, allo standard

di vita essenziale e all’istruzione per tutti i minorenni nel Paese” segnalandole come violazioni del principio di non discriminazione (CRC, art. 2).

In contrasto con l’iniziale mancanza di attenzione della politica nei confronti dei diritti dell’infanzia si è assistito, però, al moltiplicarsi di iniziative da parte di soggetti del Terzo Settore, insegnanti, accademici, reti informali di cittadini che hanno promosso petizioni, fatto indagini, elaborato proposte.

È mancata e manca tuttora la voce diretta dei protagonisti, ovvero dei ragazzi e delle ragazze, che – tranne che per iniziativa del mondo del Terzo Settore – non ha avuto uno spazio di ascolto strutturato da parte delle istituzioni.

La Legge 451/1997 ha istituito sia la Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, con compiti di indirizzo e controllo sulla concreta attuazione della CRC, che il Centro nazionale di documentazione e di analisi per l’infanzia e l’adolescenza, che svolge attività di ricerca, monitoraggio, analisi, informazione e promozione nonché raccolta bibliografica di studi e pubblicazioni relativi al mondo minorile.

Alla luce delle nuove sfide occorre ripensare le competenze di questi luoghi progettati per il coordinamento nazionale delle politiche per l’infanzia e l’adolescenza, prevedendo idonee modalità di coordinamento anche a livello regionale.

Il contrasto alla “povertà educativa” e la necessità di ricostruire e/o consolidare “patti territoriali” – termini questi che sono ormai entrati nel linguaggio comune di operatori e decisori politici – non possono limitarsi a investimenti circoscritti a bandi di settore. Servono invece azioni di sistema che tengano conto dei bisogni specifici del territorio e dei cittadini che lo abitano. Solo un approccio sistemico, che ponga al centro l’impatto sui bambini e sui ragazzi delle varie norme, misure, fondi e interventi sia a livello centrale che locale può produrre l’auspicata inversione di rotta rispetto all’aumento del disagio sociale.

La Celebrazione del 20 novembre.

Con il covid-19 anche la celebrazione di questa giornata viene promossa in modo tecnologico: moltissime sono infatti le iniziative, convegni e seminari online che per l’occasione affrontano il tema del diritto all’infanzia e all’adolescenza.

Inoltre l’UNICEF, come ormai da tradizione per riproporre ogni volta con forza la necessità di porre attenzione alla tematica, invita il pubblico a firmare online la petizione globale per chiedere ai leader mondiali di impegnarsi a dare piena attuazione ai diritti di ogni bambino, ora e per le generazioni future.

Negli anni scorsi Unicef ed altri enti invitavano tutti a celebrare la data del 20 novembre aderendo all’iniziativa “Go Blue for every child” facendo o indossando qualcosa di blu. Molti capoluoghi italiani hanno illuminato di blu un monumento storico delle città. Questa iniziativa omaggia e rende viva la Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza in quanto “diventare blu” significa sentirsi bene e fare qualcosa di buono.

L’importanza della celebrazione ancora oggi.

Bisogna continuare a migliorare gli effetti positivi che la Convenzione ha indubbiamente prodotto.

Trent’anni sono un traguardo importante: molto si è fatto ma molto resta ancora da fare. Sicuramente il rafforzamento degli investimenti racconta di uno scenario che prova a cambiare ma è altresì vero che molti sono i margini di miglioramento e di maggior efficienza della spesa. L’approvazione di importanti riforme necessita di essere portata a compimento senza ulteriori ritardi.

I giovani ed i giovanissimi devono essere riconosciuti pienamente come soggetti e come risorse per tutti ed è per questo che oggi più che mai il ruolo della Convenzione sui diritti dell’infanzia è centrale.

Occorre continuare a lavorare per garantire un supporto alle famiglie, nel tentativo di ridurre le diversità presenti nel nostro paese e nel mondo.

Bibliografia.

– AA.VV., 2015. Io, io… e gli altri? I diritti e i doveri di tutti i bambini. Ediz. Gallucci

– Amnesty International, 1991. Il grande libro dei diritti dei bambini. Edizioni Sonda.

– Badaloni, P., Bozzetto b., Il libro dei diritti dei bambini. Gruppo Abele.

– Carioli, G., Rivola, A., 2014. Il cammino dei diritti. Bologna Fatatrac.

– La Baracca, 2011. Carta dei diritti dei bambini all’arte e alla cultura, Edizioni Pendragon.

– Ferrara A., 2016. Diritti al cuore, Le Rane – Interlinea Editore

Sitografia.

https://www.centroalbertomanzi.it/per-gioco-e-per-cura/ https://www.unicef.it/Allegati/UNICEF_Child_Guarantee_factsheet_DEF.pdf Giornata mondiale dell’infanzia, la pandemia minaccia i diritti dei bambini -Photogallery – Rai News

Giornata mondiale dell’Infanzia, l’iniziativa di Unicef: “Scrivete sulle mascherine i vostri messaggi per il futuro” – Il Fatto Quotidiano

MATERIALI     PER     SPIEGARE     LA     GIORNATA     INTERNAZIONALE

DELL’INFANZIA (didatticapersuasiva.com)

La Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – Unicef Italia https://www.consiglio.regione.fvg.it/export/sites/consiglio/pagine/garante-diritti-

persona/garante/.allegati/Convenzione_I_DIRITTI_DEI_BAMBINI_IN_PAROL E_SEMPLICI.pdf

https://www.unicef.it/Allegati/Convenzione_diritti_infanzia_1.pdf Convenzione sui diritti dell’infanzia | Save the Children Italia

https://www.consiglio.regione.fvg.it/export/sites/consiglio/pagine/garante-diritti- persona/garante/.allegati/Convenzione_I_DIRITTI_DEI_BAMBINI_IN_PAROL E_SEMPLICI.pdf

Admindiritti 2019, 10 diritti fondamentali dei bambini – Diritti dei Bambini (dirittinaturalideibambini.org)

30mo della Convenzione ONU sui Diritti del Fanciullo – ASPI I Diritti dei Bambini | Maestra Mary

I 54 articoli dei Diritti dei bambini – Venezia Eventi

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